La variabile umana
Bruno Oliviero
2013
Città cupa, piove, quindi è un noir. Poliziotto catatonico, adolescente corrotta, quindi il modello è Scerbanenco.
Wow.
Quante puttanate.
Questo è semplicemente il centesimo inutile, pretenzioso, fastidiosamente moralistico, banale e noioso film italiano. E il fastidio è tanto, perchè dentro la cornice di plastica-noir, dietro la superficie di poliziesco inguardabile, si nasconde (..magari si nascondesse meglio) un pistolotto insulso e oscenamente perbenista sui vizi degli adolescenti italiani.
Le giovanissime escort (wow!)
la cocaina (doppio wow!)
il ricco e famoso milanese che compra e si scopa ragazzine (wow wow wow)
con un tiro di coca e un paio di slip (addirittura!)
Wow, davvero sconvolgente il sottobosco della Milano-bene!
Non può mancare Lady Stereotipa, la moglie arida del ricco, fredda e insensibile, che sa dei vizi del marito ma tace per ignavia e istinto borghese di pigra conservazione dello status quo.
Tutto accade (anzi, nulla accade) sulle tediosissime note di una colonna sonora che andrebbe bene per un film francese del 1976 a caso, ma che è stata composta da Michael Stevens che ha lavorato anche per Clint Eastwood (wow, quindi).
Il sollievo che di solito ci gratifica al termine di una visione inutile quando iniziano a scorrere i titoli di coda, ci è negato dalla prima vera spietata crudeltà del film: una canzone intera di Gianna Nannini.