Blu è il colore della passione


La vie d’Adele

Abdellatif Kechiche

2013

Le intenzioni dell’ambizioso Kechiche tendevano a realizzare il film definitivo sull’Amore, puntando di conseguenza l’occhio della cinepresa sul primo, intenso, bruciante, assoluto innamoramento di un’adolescente. La Vita di Adele (molto liberamente ispirato alla graphic novel “Il blu è un colore caldo” di Julie Maroh)  si concentra sulla materia, cercando di arricchirla con accenni all’omofobia, alle differenze di classe delle famiglie delle due ragazze, ed alle inevitabili differenti visioni della vita.

Ma è la vita sessuale di Adele ad aver spinto Dikotomiko a pagare il biglietto del cinema. E sono stati soldi spesi bene.

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I corpi intrecciati di Emma e Adele travolte dalla passione fanno esplodere le colonnine di ogni termometro. Gli sfregamenti, le lingue insinuate, i titillamenti insistiti, i volti in estasi, assaltano i nostri sensi al punto di convincerci di percepire quegli odori, di bagnarci con quegli umori.

Blue is the Warmest Color

Il sesso di Emma e Adele ha la stessa epica intensità delle scene di battaglia in Braveheart. Gli umori vaginali come il sangue. Le cosce intrecciate, le sculacciate, come le asce di guerra e le frecce che infilzano organi vitali. Sesso totalizzante, realistico al punto di “essere” reale, disturbante e scomodo per l’idiota seduto a due metri da noi che mugugna, disapprova e blatera, cercando di nascondere a sua moglie una imbarazzante erezione.

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Adele fa l’amore anche quando mangia, avida ed insaziabile. “Mangerei tutto il giorno” dice.

“Mangio di tutto tranne crostacei e molluschi”.

Emma invece adora le ostriche, che le ricordano “qualcos’altro”.

Adele si fa dunque coraggio, prova ad assaggiare, succhiare ed ingoiare la sua prima ostrica durante una cena con Emma e la sua famiglia, scoprendo di apprezzarla. Perchè ha già scoperto, assaporato e goduto l’ostrica viva e pulsante tra le cosce di Emma.

BluColoreCaldo_immagine

A inizio film, Adele è una quindicenne dal bel culetto che è in ritardo per lo scuolabus. Alla fine del film, è una donna affascinante che si allontana dal nostro sguardo sui tacchi, diretta verso i capitoli 3, 4, ecc. della sua vita, capitoli che affronterà con il disincanto e la scorza di chi ha avuto il cuore spezzato per la prima volta, con la maturità acquisita durante i capitoli 1 e 2, che hanno trasformato la ragazzina in donna sotto i nostri occhi.

Occhi che l’hanno seguita spiata e desiderata durante le tre ore di visione.

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