X-men: Giorni di un futuro passato


Tutto passa, tutto scorre, in alto i cuori, stiamo per voltare pagina, prepariamoci a dimenticare Christopher Nolan ! Ecco, siamo ancora disposti a sorbirci 140 lunghissimi minuti di film post batmaniano, ma vogliamo stare lontani dallo stress, perché c’è la crisi ed il mondo ha sempre bisogno di eroi che risolvano i problemi, non di eroi dimidiati, depressi, deturpati.

Sono Wolverine, risolvo problemi.

Non vi piace Wolvie ? Nessun problema, scegliete il mutante che fa per voi, quello barbuto o quello monocolo, quello raggelante o quello focoso, quella medianica o quella meteorica.

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I mutanti sono sineddoche, si identificano in una parte (un potere) invece che nel tutto, meno che lei, la sola, unica, mutante mutevole Mystica, che è sempre come voi la volete, cioè come lei si vuole. E se Mystica è Jennifer Lawrence, attrice mutante che scriverà la storia del cinema dei prossimi 20 anni, prima di MerylStreepizzarsi o GlennClosizzarsi per raggiunti limiti di età, beh, lo spettacolo è garantito. L’eroina è letale ma difficilmente reperibile, anche nell’attualità dell’universo Marvel, pieno di maschioni anabolici e iperbolici, con supercompagne superflebili che a confronto Trilli di Peter Pan è una erinni, pensiamo alla Elektra Jennifer Gardner o alla Susan Storm Jessica Alba, in attesa del burroso fiasco della Vedova (Dalia) Nera Scarlett Johansonn.

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Mystica non perdona: femmena rebbbelle dalla prima all’ultima sequenza del suo bizzarro DNA, fa reparto a sé, non gioca dove la mette il mister ma scorrazza negli ultimi 40 anni di storia americana, rifugge le gerarchie e svaria su tutto il fronte d’attacco, anche quando il fronte d’attacco è il Vietnam. Adorate l’odore di napalm al mattino, vero? Bryan Singer e Matthew Vaughn sì, tantissimo, e decidono di resettare 40 anni di storia americana a partire da quella mutazione storica, dalla famigerata farisaica farsesca perdita dell’innocenza di una nazione e del mondo intero.

Mystica cambierà il passato per cambiare il futuro, come il Marty McFly di Zemeckis, che a spasso nel suo tempo portò anche lo stolido Forrest Gump seguito poi dal fincheriano intimistico Benjamin Button, ma qui non c’è elegia, c’è apologia del politicamente scorretto. Tenetevi forte:

– JFK ? Ucciso perché era un (miliardario) mutante.

– Nixon ? il suo sosia ha salvato il mondo.

– La bandiera americana ? Stelle, strisce e marchio delle multicorporations.

– L’orgoglio di una nazione ? Le armi e le guerre.

Questa la Storia vera signori miei, da mutare non da riscrivere purtroppo. In mezzo, lo scontro epocale dei diversamente umani contro un diversamente abile.

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Un nano malefico, un nano infame, l’uomo più sexy del mondo, lo scienziato padre dei letali cyborg che stermineranno (sterminerebbero) gli X-Men in un futuro plausibile. Un passato mai visto contro un futuro già visto, macchine uber alles vuol dire solo e sempre Matrix, difatti i cyborg ammazzamutanti si chiamano Sentinelle come le seppie giganti che braccavano Neo e compagni, ma in fondo il futuro non è così importante, conta il passato anteriore, tutti devono prendersi la responsabilità delle loro azioni, a cominciare dall’antieroe che amiamo senza ritegno e ameremo per sempre e ameremo per sempre.

stadio

Magneto.

Michael Magneto Fassbender, lui, l’immenso, il gigantesco, il meraviglioso, in quanto uomo, in quanto attore, in quanto mutante. Ne è passato di tempo da quando, bimbo perduto nell’orrore di Auschwitz, deformava l’acciaio dell’orrido erroneo motto Arbeit Macht Frei senza che alcuno al mondo potesse accusarlo di empietà ed antisemitismo, Magneto è uno di noi, rivoluzionario e incazzato, a lui tutto è concesso fino all’apoteosi. Deviare la pallottola sparata da Lee Oswald, violare il Pentagono, sradicare uno stadio e portarlo in volo, manco fosse la casa di Carl Fredricksen, fino a farlo atterrare sulla Casa Bianca e qui, in mondovisione, profanare l’inviolabilità del rifugio antiatomico presidenziale.

Questo è Magneto, questi sono i mutanti, questo è grande cinema, questo è tutto, gente.

Quasi tutto. Alla proiezione ho assistito con mio figlio D., 4 anni, predestinato bimbo cinefilo, alla cui educazione giova il pantheon dei supereroi ben più che gli angeli i santi e tutta la santa chiesa di questi propagandistici tempi bergogliani. Orbene, a fine proiezione D. mi ha chiesto del suo amato Cyclops, presente solo in breve cameo, e io gli ho riferito che il poverino è perito in un film precedente, X-Men 3 credo, in sala 2 anni prima che lui nascesse. Da lì tragedie, disconoscimento della paternità e reiterati tentativi di tornare inidetro nel tempo per vedere la morte di Ciclope al cinema, chiudendo gli occhi e puntandosi gli indici contro le tempie.

I mutanti sono tra noi.

2 pensieri su “X-men: Giorni di un futuro passato

  1. Sono d’accordissimo con la rece, a parte una sola cosa: Jennifer Lawrence non durerà 20 anni, ha i lineamenti di una che invecchierà male deformandosi di brutto, e si sa che Hollywood non perdona gli attori brutti per quanto talentuosi siano.

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