Nel mondo virtuale può accadere di tutto, di fatto non accade niente, accadere come pararsi dinanzi, occorrere, venire per caso e inopinatamente, oppure venire in acconcio, a proposito. Nel mondo virtuale niuno si para dinanzi, non occorre, non si viene da luogo a luogo per luogo ma si girovaga pallidi e assorti. Invero oggi, quarto giorno dell’Era Bataclan, accade, è accaduto, è occorso, è venuto che l’intellettuale geopolitico Giuseppe Genna, uno di noi, sia incappato in un benevolo inappellabile discrezionale provvedimento di interdizione reale dal mondo virtuale, nella più parte di esso, la nazione virtuale geopolitica Facebook. Orbene, qual dei Numi inimicolli Giuseppe Genna, intellettuale geopolitico? Genna ha espresso, con analisi personale strutturata destrutturata, una posizione, la sua, in merito alla nuova blitzkrieg francese. Non in mio nome, signor Hollande, le parole che titolano le parole che scritte bruciano o sembrano bruciare, nel mondo virtuale. Che poi succede anche questo, nel quarto giorno dell’Era Bataclan, succedere come accadere, avvenire, riuscire, entrare nel posto di altri, sottentrare, ereditare, riuscire: l’intellettuale è la parola è il pericolo è la fiamma è il virus. Non il fascista, non il razzista, non il qualunquista, non lo stragista, non il populista, non il maschilista, non il parossista, non l’oscurantista. L’intellettuale è la minaccia. La parola è il pericolo.
Non in mio nome, signor Hollande. Prendete e condividete.

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