Avatar; the way of water, das blaue licht


“Sono stato attratta dalla bellezza sin dalla mia infanzia. Nelle mie memorie ho descritto come da bambina mi occupavo di farfalle, di fiori, di cose romantiche e di come componevo poesie e di come la danza mi affascinava. Ero molto affascinata da tutto ciò che era bello. Questo era ciò che volevo catturare nelle immagini. L’altro, il brutto, mi commuoveva molto quando i grandi artisti lo rappresentavano. Ma io stessa non volevo crearlo perché in questo caso simpatizzavo troppo con esso. Volevo condividere la mia esperienza di bellezza con gli altri in modo che potessero riviverla. Volevo catturare la bellezza, che ovviamente è transitoria. L’opposto della bellezza mi rende triste, e mi è venuto in mente che quando uno è malato o triste o si sente negativo. Sarebbe davvero bello se potesse godere della bellezza. Non a tutti piace il bello, ma alla maggioranza piace più del brutto che si tenta di superare. Come il malato si sforza di guarire, così cerca di avere un aspetto migliore, è del tutto naturale.”  Parole di Leni Riefensthal, intervistata dal quotidiano Die Welt sul limitare della sua vita terrena, il 7 gennaio 2002.

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La Q di Qomplotto, la Wu di Wu Ming


QAnon, ancora e anQora. Siamo fissati, lo so. I motivi sono tanti, anche legati all’immaginario cinematografico. E’ una storia che non sappiamo come andrà a finire, ma che di sicuro sembra scaturita da una sceneggiatura oggettivamente brutta e inverosimile, nessun produttore sgancerebbe un centesimo per una storia del genere. O forse si? Chissà. Torniamo su QAnon per un motivo forte, fortissimo, e probabilmente definitivo. Probabilmente. E’ appena uscito per le Edizioni Alegre un libro che non abbiamo remore a definire epocale, oltre che indispensabile. Il titolo è La Q di Qomplotto, e l’ha scritto Wu Ming 1.

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Pussy Riot? No-Pussy Riot? DikotomikA in radio,con le femmine ribelli.


Nell’eterna guerra dei sessi, Dikotomiko si schiera da una parte, come sempre quella giusta. Con le donne incappucciate, le donne in trincea, sulle barricate. Sugli altari, nei reparti di ostetricia, nelle colonie saccheggiate e imbrattate di sangue. Nei quartieri ultraviolenti di Chicago e New York. Sempre con le donne.

Su RKO Radio è disponibile la nuova puntata delLo Specchio Nero, il nostro programma di cinema in versione audio, per perforare le vostre orecchie tappate dal patriarcato e dal maschilismo. Con un solo obiettivo: non rompervi le palle. O le ovaie.

Con Spike Lee, Harmony Korine, Jennifer Kent e tante/i altre/i.

 

La special guest di questa puntata è una OneWomanBand, Elli De Mon, che ci parla del suo rapporto con la musica e con i palchi, dei suoi film preferiti, e della sua nuova creatura: un libro dal titolo Countin’ the blues. Donne indomite.

 

Ascoltateci, annuite e commentate. Disturbate, applaudite o fischiate. Buon ascolto.

 

 

Dikotomiko in radio. Lo Specchio Néroner, on air. RKO: Lo Specchio Nero on Air!


Dikotomiko rilascia spore virulente e sinuose, discrete ma invasive. Dopo aver infettato la carta stampata, e in attesa di un incarico governativo, Lo Specchio Nero infetta anche la streaming radio! Quando abbiamo sentito per la prima volta pronunciare il nome della radio – dal nostro terzo membro occulto, senza il quale questo miracolo non sarebbe avvenuto – ci siamo eccitati sessualmente, cominciando a sbavare in 35 mm. La radio, signore e signori, si chiama RKO! L’acronimo sta per Radio Kismet Opera, ce ne siamo accorti dopo, molto dopo: eravamo impegnati a sognare ad occhi aperti Streets Of Fire e Citizen Kane.

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La puntata Zero, AKA il paziente Zero, è già andata in onda, quindi l’infezione è irreversibile. Potete tranquillamente operare da untori quando vi pare, da casa vostra, semplicemente cliccando “play” sulla pagina della RKO:

https://rkonair.com/?fbclid=IwAR0W6vlapiSdxBTglbBEWjQ0Mxw_oujz-i-gVXSy6rpk-iUp3cHWx-67zng

Giovedi prossimo, alle 18.30, al termine di Cartellone Cinema – una rubrica beneducata e necessaria (quindi tutto il contrario della nostra), che vi informa e vi informerà settimanalmente delle nuove uscite nelle sale –  andrà in onda la prima vera e propria puntata di quella che sarà, speriamo, un’entità, un flusso, una follia sgangherata completamente diversa da qualsiasi rubrica cinematografica abbiate mai ascoltato in radio. Seguiteci, spernacchiateci, insultateci, adorateci, infettatevi/ci. Contemporaneamente, se possibile.

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Sarà una puntata VIRALE, ne siamo certi.

 

Pop Up The Sunday, e la verve fashionista di Bari


C’era una volta il mercatino, c’erano una volta le bancarelle. Sembra passata un’eternità ed invece è solo un anno e mezzo, un lasso di tempo breve che però si è rivelato estremamente significativo: succede dopo ogni rivoluzione compiuta nella storia dell’umanità. O anche dopo ogni esplosione nucleare, o epidemia incurabile. C’era una volta il mercatino, dicevamo. Dalle mie parti consisteva in una serie di bancarelle illuminate, senza particolare cura nell’esposizione, spesso protette alla meglio da un gazebo. I mercatini che ci interessano maggiormente – che ci interessavano maggiormente – sono (erano) quelli organizzati in occasione di eventi musicali, concerti importanti o meno importanti, festival, cose del genere. Le linee guida erano semplicissime: uno dei ragazzi dell’organizzazione dell’evento si caricava sulle spalle questa croce. Ovvero si impegnava a ricevere adesioni, assegnare spazi, fornire gli espositori di attacco alla corrente elettrica. Una gran rottura di scatole, per la quale gli espositori giustamente pagavano un contributo spese simbolico (per essere precisi, stiamo parlando di una cifra che spesso, quasi sempre, non superava i dieci euro). Tutti a quei tempi – pensate un po’ quanto si era naif e poco europei! – ritenevano la presenza delle bancarelle una risorsa propria dell’evento, un qualcosa che rendeva l’evento migliore, più vivo, più luminoso. Erano tempi bui: parole come atelier, fashion designer, shopping cool erano tristemente lontane dal mondo sempliciotto del mercatino. Adesso, finalmente, quel mondo arroccato su se stesso sta scomparendo. Progresso, europa, futuro sono le nuove parole d’ordine. Area market, non più bancarelle.  La mia città è più vicina a Londra e Berlino, lontana anni luce da Santo Spirito, Bitonto, Grumo Appula e Palo Del Colle. L’entità responsabile di questo epocale balzo in avanti risponde al nome – cool, extremely cool – di Pop Up The Sunday.

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Lo Chiamavano Jeeg Robot: Dikotomiko intervista Gabriele Mainetti


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Non in mio nome, signor Hollande. Facebook contro Giuseppe Genna


Nel mondo virtuale può accadere di tutto, di fatto non accade niente, accadere come pararsi dinanzi, occorrere, venire per caso e inopinatamente, oppure venire in acconcio, a proposito.  Nel mondo virtuale niuno si para dinanzi,  non occorre, non si viene da luogo a luogo per luogo ma si girovaga pallidi e assorti. Invero oggi, quarto giorno dell’Era Bataclan, accade, è accaduto, è occorso, è venuto che l’intellettuale geopolitico Giuseppe Genna, uno di noi, sia incappato in un benevolo inappellabile discrezionale provvedimento di interdizione reale dal mondo virtuale, nella più parte di esso, la nazione virtuale geopolitica Facebook. Orbene, qual dei Numi inimicolli Giuseppe Genna, intellettuale geopolitico? Genna ha espresso, con analisi personale strutturata destrutturata, una posizione, la sua, in merito alla nuova blitzkrieg francese. Non in mio nome, signor Hollande, le parole che titolano le parole che scritte bruciano o sembrano bruciare, nel mondo virtuale. Che poi succede anche questo, nel quarto giorno dell’Era Bataclan, succedere come accadere, avvenire, riuscire, entrare nel posto di altri, sottentrare, ereditare, riuscire: l’intellettuale è la parola è il pericolo è la fiamma è il virus. Non il fascista, non il razzista, non il qualunquista, non lo stragista, non il populista, non il maschilista, non il parossista, non l’oscurantista. L’intellettuale è la minaccia. La parola è il pericolo.

Non in mio nome, signor Hollande. Prendete e condividete.

epa04960067 Russian President Vladimir Putin (L) is welcomed by French President Francois Hollande as he arrives at the Elysee Palace for a summit on Ukraine in Paris, France, 02 October 2015. German Chancellor Angela Merkel, Ukrainian President Petro Poroshenko, French President Francois Hollande and Russian President Vladimir Putin take part in the summit. The summit is planned as a follow-up meeting to a Minsk peace agreement inked in February to end ongoing conflict in the eastern part of Ukraine. The peace accord, which included the removal of heavy weapons, has since been flouted many times. EPA/SERGEI CHIRIKOV