La Suburra del cibo e dei sensi (prima parte)


Il dossier del numero di Nocturno in edicola adesso – COMPRATELO! – è una guida al cinema che alimenta: Guarda, Mangia, Godi. Noi abbiamo apparecchiato per voi una tavola lercia, stracolma di piatti e film spazzatura. Accomodatevi, signore e signori. (Un secchio vicino alla vostra sedia potrebbe diventare utile.)

smflogo

Da noi li chiamano pane e merda, e vi assicuro che è un eufemismo. Pulmini-rosticceria, abusivi, adesivi, corrosivi. A mezzanotte compaiono ai confini della movida, spacciano cibo spazzatura a chi non gli basta mai. Se vi piace guardare e mangiare gourmet, amici miei, avete scelto il posto sbagliato, noi siamo junkie-punk, noi siamo il vostro pane e merda, e questo è il nostro menù: Nyotaimori, vorarefilia, food porn e tanto altro ancora. Avanzi di cinema marciti troppo in fretta, perché sesso e cibo insieme possono fare scena, qualche scena, ma non un film intero, questo almeno dice la storia della cinematografia ufficiale. Come se l’accoppiata sia indigeribile dagli spettatori se non propinata a piccole dosi, o cucinata con contorno di metafora. Falsissimo, sesso+cibo sono cruditè da gustare a lungo, intensamente. Cominciamo con Tampopo, diretto nel 1985 da Juzo Itami, una “spaghetti western comedy” a detta del regista, con gli spaghetti come filo conduttore. Tutto ruota intorno ad una vedova ed alle pessime zuppe di ramen servite nella sua miserrima locanda; un giorno arriva un cliente, sorta di camionista lone ranger, che prende a cuore la donna e la conduce in un percorso di conoscenza delle migliori cucine giapponesi, fino a trasformarla nella regina del ramen. Il film cuoce a fuoco lento, passabile ma soporifero come un minestrone di generi, a metà cottura sembra una di quelle perdibilissime commedie del Sol Levante, poi di improvviso ecco la fiamma: uno yakuza e la sua donna, metapersonaggi narranti della vicenda, si producono in giochi ad altissimo tasso di eros tra panna, condimenti e crostacei vivi messi a sfrugugliare nei paraggi della di lei patatina.

tampopo

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