Loro 2, di Paolo Sorrentino. Per un nuovo miracolo italiano.


Pagliaccio triste come me, ah ah. Ho cortocircuitato la visione e adesso sono a ricomporre emotivamente i due tronconi. A posteriori, ancora non comprendo per quali ragioni un’opera sia stata così orribilmente, e superfluamente, tranciata. Il movente commerciale mi sembra flebile, anche se trovare al multisala due film di Sorrentino, uno propedeutico all’altro, può essere un sogno ad occhi aperti per alcuni spettatori, un incubo ad occhi chiusi per altri. Non parliamo, peraltro, di esigenze dovute a tempi di percorrenza prolungati, dal momento che sommando i due addendi si ottiene una durata appena superiore all’ultimo (magari fosse l’ultimo) Avengers. Com’è, come non è, qui vi parlo di Loro 2, che brilla di luce propria, alla luce di Loro 1.

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Sangue del mio sangue. Ci meritiamo Marco Bellocchio


Sorrentino è diventato, suo malgrado, un discrimine. Il suo successo, più ancora del suo modo di fare cinema, hanno creato un’aspettativa querula se non compulsiva, l’aspirazione ad una premialità certa conseguente al dovere della visione.  Bisogna vedere Sorrentino, perché i suoi sono grandi film. Tanto più è alta, condivisa, l’aspettativa, tanto maggiore, cocente, può essere la delusione, fino a giungere ad un’iconoclastia farisaica dal film allo stile, dal regista alla persona. Il sorrentinismo, pur nascendo vox media, indica ahimè connotati negativi di affabulazione, musica, immagini, che prescindono dalla realità dell’opera in esame. Quando, nel bel mezzo di una drammaticissima scena in costume – l’epoca è il 600 – un coro di voci femminili  intona Nothing Else Matter dei Metallica, i peli si drizzano e la pelle si increspa, pronta a rigettare un attacco di sorrentinismo acuto, invece è un falso allarme, si tratta di un maestro che provoca e sconvolge, che si apra il portone della percezione quindi, che lo si faccia entrare. Sangue del mio sangue, di Marco Bellocchio.

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#Bifest2015. Io, l’Italia, le opere prime, le opere seconde


Non volevo crederci, qui dentro mi sentivo invincibile, parlavo e profanavo senza posa, giullare da tastiera che non sono altro. Vi meritate Ozpetek, scrivevo. Vi meritate Pif, scrivevo. Vi meritate Winspeare, scrivevo. E quelli lì, zitti zitti, a leggere e ad annotare, impassibili come semafori, serafici come nani da giardino. La trappola era pronta da tempo, io lì, colpevole perché inconsapevole, a ballarci sopra, finchè decisi di smettere con il cinema italiano, e in un attimo fu il buio. Fine. Della libertà. Della parola. Del mondo. Fui catturato da un sinistro messaggio di posta elettronica, io nominato giurato per la sezione Panorama Italiano – Opere Prime e Seconde del Bifest 2015 di Bari, e la tagliola si chiuse sulle mie falangette compulsive: Cura Ludovico. 5 giorni al cinema senza la condizionale, 12 film, italiani, senza via di scampo. Visioni continuative, successive. Non discrezionali. Non alterabili. Alla fine, il confronto obbligatorio coattivo con altri condannati, pure giurati, per la scelta di una migliore regia, italiana, un migliore attore, italiano, una migliore attrice, italiana.

BIFEST-2015-Bari-International-Film-Festival

Per leggere lo speciale Bifest2015, con voti e pagelle delle opere prime e seconde, clicca qui

Questo è il film del Natale 2014.


Questo è il mio ultimo post del 2014, fra poche ore partirò per un lunghissimo viaggio, mi mancherete tutti tantissimo, perciò ho deciso di farvi il più bel regalo di Natale che abbiate mai ricevuto, vi regalo un buon consiglio, dal profondo del cuore. Vi consiglio di essere audaci e propositivi, di andare al cinema soli o ben accompagnati, meglio se con figli o nipoti minori di 18 anni, e di vedere Il Ragazzo Invisibile di Gabriele Salvatores. Lo so, da più parti avete letto commenti negativi, oscillanti tra il caustico ed il muriatico, che trattano il film come uno scherzo mal riuscito di un regista agli sgoccioli, invece non è così, Il Ragazzo Invisibile è una grande impresa per almeno 3 motivi:

ragazzo invisibile

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Silvio assolto, ce lo chiede Matteo.


G.N., le iniziali di Giorgio Napolitano, oppure di Gesù di Nazareth. Il Nazareno, che da duemila anni e passa continua a fare miracoli, specie a chi fa i patti. Assolto perché il Fatto (Quotidiano) non sussiste. No no, signori miei, non è colpevole perchè inconsapevole: non poteva sapere che era minorenne, che non era nipote di zio dittatore, che lui stesso aveva telefonato in Questura per affidarla ad una maitresse, che avrebbe pagato millanta euro a decine di testimoni perché le loro bocche, senza doppi sensi, restassero chiuse. Un nuovo miracolo italiano, il satiro veggente già anni fa lo diceva, che cambierà verso all’Italia, anzi no, l’Italia ha già cambiato verso, al modico prezzo di 80 euro. Una somma minima, buona per mandare tutto a p…..e, anzi, per andare anche noi un pò a  p…..e, con buona pace di Nostra Signora della Camera.

checco zalone brunetta eroe

“Il mio più partecipato cordoglio e la più dolente solidarietà” – copyright G.N., scegliete voi quale – va a quegli  ex compagni e compagnucci, prezzolati o ipnotizzati o semplicemente malvagi,  che hanno contribuito al nuovo avvento del Nazareno, che ci hanno deriso, perché la guerra è finita da un pezzo, dicevano,  niente più pro B. quindi niente più anti B, che vada al macero la Carta, Matteo il Solo dell’Avvenire deve go-ver-na-re.

Sappiano, questi melliflui saltimbanchi, che io resisto, ora e sempre, come i miei nonni, come i miei genitori, come mio figlio. E che loro, qualunque forma assumano, non passeranno. Mai.

 

Naso Scaramouche  venetian masquerade mask - Iron

Buio in sala


Avvertenza: il post che segue è fortemente critico, fino a diventare prosaico e qualunquista, verso una certa critica italiana, un certo spettatore medio italiano, un certo gusto italiano. Chi vuole fa ancora in tempo a smettere di leggere, o a cliccare su www.cinemamediocrepergentemediocre.com .

baciami ancora

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And Justice for All: i peggiori film di sempre


Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi.

Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perchè egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti.

E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli.

E questi sono i 38 film che condanno alla dannazione ed alla vergogna eterna.

inquisizione

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