Guida ai Cult(o) Movies: ascoltateci in podcasting!


Dikotomiko sommo onnipotente, fetauring Davide Pulici di Nocturno, vi propone i film più significativi degli ultimi anni, con sette e santoni al centro dell’obiettivo. In ordine sparso: Jug Face; Midsommar; Apostle; Safe Heaven (VHS 2); Svaha – the Sixth Fingers; Martyrs; Kill List; Regression;The Endless; Red State. Cliccate sull’empia immagine del capro monocolo per ascoltarci!

Prevenge. Come superare l’ansia pre-parto


Alice, nel paese delle non-meraviglie, si ritrovò in un periodo fermo, diversi suoi progetti professionali sembravano arenati, una frustrazione strisciante cresceva dentro di lei. Dentro la trentasettenne Alice c’era anche qualcos’altro che cresceva: una figlia. Un po’ per scherzo e un po’ no, buttò giù due righe, un soggetto lungo una paginetta, e lo sottopose ad un produttore. Era quasi sicura che sarebbe stato respinto, chè Alice di cognome fa Lowe, ovvero la cosceneggiatrice di Sightseers – Killer in viaggio, la nerissima commedia di Ben Weathley; e il soggetto riguardava una vedova incinta che si vendica dei responsabili della morte di suo marito. Arrivò la risposta dei produttori, che non fu “è ridicolo, scrivine un altro” ma “ok, facciamolo”. E Alice reagì con “Maccosa?! Davvero??”.  E insomma Alice scrisse lo script in due settimane, e girò il suo primo film in 11 giorni. 11 giorni. Non sono pochi i registi affermati che impiegherebbero più tempo a girare il filmino di un matrimonio.

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Chi? Dikotomiko? Mai sentito


poster

La proiezione di questo film avrà luogo in un giorno, ad un’ora e in un posto assolutamente segreti. Nessuno deve saperlo, se le persone sbagliate verranno a conoscenza della proiezione faranno di tutto per infiltrarsi tra gli ignari spettatori, e succederà l’irreparabile. Tuteliamoci, quindi. Bocca chiusa e depistaggi a raffica, siate vaghi ed incoerenti. Nessuno, ripeto, nessuno, deve sapere. Nemmeno io. Continua a leggere

Cabin in the drugs


Resolution

Justin Benson, Aaron Moorhead

2012

-Non mi sono mai goduto la vita finchè non ho iniziato a drogarmi. Da bambino ero infelice. L’adolescenza ha fatto schifo. L’unico momento di felicità fu quando mi feci una pista sul como’ di una ragazza, a una festa.

-Ti avevo già visto felice, prima.

-No, amico. Era solo per educazione. Sono felice con l’anfetamina.

-Ascolta, la vità andrà meglio, ok? Hai ricevuto merda invece che aiuto.

-Oh Gesù… I miei genitori? Mi drogo perchè la chimica del mio corpo vuole che mi droghi. Se avessi avuto i tuoi genitori, sai cosa sarei stato? Uno con dei bei genitori che ama drogarsi. Continua a leggere

Ken’s Legacy


sightseers

Sightseers

Ben Wheatley

2012

Il padre del cinema inglese di questi anni è Ken Loach.

Ovvio, direte voi.

Straordinario, dico io. E vi spiego perché.

Il padre è diverso dal maestro, anche se nel caso di chi vi scrive, avendo, chi vi scrive, un figlio in età pedagogica, l’anelito alla fusione perfetta tra le due figure è sempre chimericamente vivo.

Padre è colui che feconda con il suo seme, maestro è colui che sa e insegna.

Ken Loach è padre, perché tutto il suo cinema, così manifestamente Rosso, proletario, incazzato, ha generato una figliolanza di registi transgender (nel senso di genere filmico, of course) che di Rosso hanno conservato primariamente  il colore del sangue.

Già, amici miei, senza il seme di Ken Loach non avrebbe visto la luce Shane Meadows (Dead Man’s Shoes), senza il suo impeto procreativo non ci sarebbe James Watkins (Eden Lake). Nemmeno Paul Williams (From London to Brighton), vagirebbe sui nostri video. Così Andrea Arnold (Fish Tank), o Cristopher Smith (Triangle).

Convinti?

Rispondete allora, per inverso, a questa domanda su un altro regista inglese, Danny Boyle: è maestro o padre ?

Ora che avete finalmente capito, analizziamo i geni virtuosi contenuti nel DNA del padre, trasmessI quindi ai di lui figli: sangue rosso fuoco, prima di tutto, e poi periferie deindustrializzate, edilizia polare monolitica megalitica, highlands, automobili di fabbricazione nazionale, grigio verde e sbiadito blu. Umanità balorda, disagio sociale, schizofrenia. Cinsimo, ironia, solidarietà.

Ora avete tutti gli elementi per gustarvi fino in fondo questo perturbante Sightseers: balordi on the road con roulotte, stragi in paesaggi druidici, dialoghi al curaro, colpi di scena brutali ed esilaranti.

Il film è una rivelazione, ed è di Ben Wheatley , che in Kill List mostrava a Park Chan Wook la maestria europea nell’uso del  martello.

Chissà se Ken ha figli illegittimi somewhere, in Italy.

Io penso di no