The Neon Fetish, parte IV: sono pazzi questi giapponesi!


Kenichi Takahashi, noto comico televisivo 44enne, è stato arrestato per il furto di dozzine di uniformi liceali, e pare abbia confessato di rubare le divise da più di venti anni. Le sue fan si son dette dispiaciute, dichiarando che avrebbero volentieri donato le loro se avessero saputo. L’impero incontrastato del fetish è il Giappone, senza se e senza ma. Il pensiero vola inevitabilmente ai distributori automatici di mutandine sporche, ed è un pensiero ormai antiquato e limitato. Curiosamente, parte della responsabilità della diffusione del fetish per le mutandine femminili è da attribuire alla polizia, alla legge e all’ordine, visto che negli anni 60 i roman porno furono perseguitati perchè mostravano atti sessuali di donne e uomini che non indossavano biancheria intima. Le mutandine inondarono tutte le scene erotiche, quindi, per sottrarsi alla censura, alle denunce e ai sequestri, e finendo per colonizzare l’immaginario perverso della popolazione maschile. Popolazione della quale fa parte il giovane Yu, il protagonista di Love Exposure, uno dei capolavori di Sion Sono, quattro ore di acrobazie emotive, risate scatologiche e sussulti strazianti, zoom e campi lunghi, musiche reiteranti che amplificano l’epica del caos, il purissimo e lineare disordine di un magma visuale e sensoriale. Yu cerca l’amore sotto le gonne delle ragazze, fotografando migliaia di mutandine, affinando la sua tecnica, esibendosi in scatti multipli acrobatici, imparando dai maestri della perversione che tutte le risposte si trovano tra le gambe delle ragazze, collezionando quintali di foto di mutandine di ogni tipo e colore. Yu diventa il re dei pervertiti, senza aver mai avuto una erezione.

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Venezia, il Festival e i Giustizieri


Tutto sto ciarlare sui Leoni di Venezia, non ha senso quello d’Oro, a chi avrei dato quello d’Argento, la coppetta per l’attricetta non è  meritata, i pronostici non ci hanno azzeccato, tutto sto chiacchiericcio è frustrante, volgare, compulsivo. E anche reazionario, che ci sta sempre bene. Gente che inorridisce per la sarabanda a pizza e fichi della Notte degli Oscar, e poi si accapiglia perché un film d’autore senza medaglietta varrebbe meno di un film di Moccia.

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Capita poi che uno dei primi film di Venezia 71 sia One on One, ultima fatica di Kim Ki-duk. Il film non è concorso, e questo suo non essere in competizione dovrebbe propiziare serenità e amenità di visione, invece no, il film viene canzonato, sminuito, tollerato, alla fine addirittura dimenticato, invece One on One è un grande film, One on One è un capolavoro. Kim Ki-duk, o forse è meglio chiamarlo Chuck Kim Pahlaniuk Ki-duk, si è inventato una variante dell’eterno gioco delle vittime e dei carnefici, crimine pubblico e giustizia privata nella Seul dell’oggi.

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Libero Genio in Libero Cinema


“L’elemento fondamentale del Simbolismo è che sotto la realtà apparente, quella percepibile con i sensi, si nasconda una realtà più profonda e misteriosa, a cui si può giungere solo per mezzo dell’intuizione poetica. La nuova generazione di poeti, quindi, manifesta la propria sfiducia nella scienza perché incapace di penetrare nelle oscure profondità dell’animo umano e di spiegare i desideri dell’inconscio, i sogni ecc. Il poeta, invece, può penetrare ed entrare in queste realtà attraverso quell’intuizione che gli è propria. Per questi nuovi contenuti della poesia i simbolisti elaborarono un linguaggio nuovo, non più logico ma alogico, che permetteva di portare alla luce le corrispondenze e i misteriosi legami esistenti tra le cose più diverse; questo perché la parola deve avere la capacità di comunicare le molteplici emozioni che il poeta avverte come simultanee. A tale scopo i poeti simbolisti ricorsero spesso a figure retoriche quali la metafora, l’analogia e la sinestesia.” (da Wikipedia, a proposito del simbolismo nella poesia) Continua a leggere

Taglia e Incolla


Moebius

Kim Ki Duk

2013

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Non si può, e non si deve, raccontare una storia di evirazioni e istinti sessuali implosi all’interno della Famiglia/nucleo sociale. Non si può, perchè è peccato. Perchè migliaia di Natalieaspesi provano fastidio e repulsione, le/i Natalieaspesi ridono nervose/i, ne scrivono piene/i di livore sforzandosi di ridicolizzare l’opera filmica che osa mettere in scena, scuotendone le viscere, i loro (nostri) tabù più disturbanti: il Cazzo e la Famiglia. Continua a leggere

Taci, il nemico ti ascolta


Secretly, Greatly

Jang Cheol Soo

2013

Se i nostri registi coreani preferiti girano una scena violenta, sarà una scena estremamente violenta. Una scena buffa sarà estremamente buffa, una scena triste sarà estremamente triste.

caca

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Le scelte di Sofia


The Bling Ring

Sofia Coppola

2013

Dikotomiko ha principi pochi ma buoni, il più importante è la lotta senza quartiere al nepotismo, al figliodipapismo, al figliodartismo, forme deteriori di raccomandazione genetica sulle quali ci siamo espressi in altra sede.

La nostra rinomata laicità di pensiero ci permette tuttavia di combattere il crimine con mente aperta, per apprezzare il genio in qualsiasi famigghia si manifesti. E ’il caso di Sofia Coppola, regista vera, in modo altro da Francis Ford: un capolavoro (Lost in Translation) e due grandi film (Il Giardino delle Vergini Suicide e Marie Antoinette), Leone D’Oro a Venezia con Somewhere (mah… ), flirt sentimentale e artistico con Quentin Tarantino.

La amiamo di un amore grande e imperituro, specie quando, da vera Lucana Dentro, passa le vacanze estive a Bernalda, come un qualunque studentello o impiegatucolo fuorisede che torni da mammà.

sofia bernalda

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