Vi meritate Edoardo Winspeare.


 

In grazia di Dio 

Edoardo Winspeare

2014

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Suoni, luci, sapori e profumi. Il vento, gli ulivi e la pietra leccese. In grazia di Dio è film sensoriale, questo è il suo aspetto più riuscito. Il racconto della realtà non è mai artefatto, la sincerità dell’approccio alla vicenda ed ai rapporti umani convince appieno. Il problema, a nostro modo di vedere, è l’orizzonte del film, che è basso, molto basso. Rasoterra, quasi. Pericolosamente vicino, nonostante le indubbie, differenti intenzioni genuine di Winspeare, ad una visione semplicistica e reazionaria del mondo. La ragazza svampita che imbocca la strada della maturità grazie alla gravidanza ed in meno di due mesi passa dall’ignoranza più abissale a citare Kierkegaard; l’arcaico ritorno alla campagna dopo il fallimento della modernità; una fastidiosa sensazione di misticismo religioso che, per quanto faccia giustamente parte della rappresentazione del reale, non funge da sfondo necessario allo sviluppo della storia, perchè storia da sviluppare nel film non c’è. E allora resta solo questo gruppo di donne forti che in qualche modo ce la faranno, in comunione, con l’aiuto del Signore. Amen.

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E all’amen finale si arriva con il solito, eterno, insopportabile vizio nazionale di attenuare, mediare, risolvere, sorridere e rassicurare. Perchè Dio è grande e può arrivare anche negli uffici di Equitalia, e la provvidenza prende forma di un vecchio amico di scuola che aiuta le sventurate a risolvere i loro problemi. Anche il malavitoso, trafficante di esseri umani, è in realtà un pacioccone dal cuore d’oro che si intenerisce con un cucciolo tra le mani.

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L’accoglienza positiva ricevuta a Berlino, al netto della nutrita rappresentanza di famiglia e amici presente in sala, è dovuta probabilmente al famigerato effetto cartolina buonista: il Salento è bellissimo, e lo è ancora di più se gli occhi che lo guardano sono occhi tedeschi o comunque nordici.

In grazia di Dio piacerà a tutti i salentini, a molti baresi perchè ad inizio film c’è anche un attore che recita un paio di battute in dialetto barese e che quindi in sala svolgerà la funzione di bendisporre la platea di Bari, ai salentini emigrati all’estero, e a tutti gli stranieri che stanno cercando un bel posto per passare le vacanze. Insomma, Apulia Film Commission al 100%.

(recensione completa qui)

 

 

 

2 pensieri su “Vi meritate Edoardo Winspeare.

  1. Una fidelizzata e purtroppo veritiera analisi.
    Il profumo della terra salentina, a mio modo di vedere, viene talune volte, anche sopraffatto dall’ingenuo intercedere del “plot” del film.
    Altra ingenuità commessa è lasciare circoscritto all’essenziale i dialoghi, nell’intento di rimarcare il concetto “qui abbiamo altro a cui pensare”. A prova di ciò, la dichiarazione d’amore di Mestu Cosimo alla Nonna : lei “ti amo” lui “lascia stare queste parole, io sto facendo sul serio”.
    Infine, donne molto belle.

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