Giovanni Pizzullo, ferito nell’onore


Mathieu consiglia a Violante di non recitare

Le Guetteur – Il Cecchino

Michele Placido

2012

Michele Placido è il Clint Eastwood italiano.

Dopo una vita passata a recitare, centinaia di ruoli tra cinema e tv, tanto da diventare per tutti l’Appuntato Giovanni Pizzullo, oppure  il Commssario Cattani,  si mette in testa di essere un regista, comincia ben benino e poi, zac … procrea Romanzo Criminale.

Successo di critica e pubblico ascendente, esplosione della moda del poliziesco anni 70 (Fernando Di Leo è un suo conterroneo), addirittura una serie TV di grandissimo successo dal suo film, con la regia di Sollima, figlio di arte di cui avremo, lo sento dentro, occasione di parlare in futuro.

Dopo Romanzo Criminale vengono, con polemiche e magro successo di pubblico in Italia, Vallanzasca (bello bello) e Il Grande Sogno  (non l’ho visto), in cui Michele conferma di essere bravo davvero a girare i polizieschi, sembra non abbia fatto altro da quando è nato.

Se ne accorgono i cugini d’Oltralpe, e gli mettono a disposizione 16 milioni di dollari, ripeto, 16 milioni di dollari, per girare Il Cecchino, anzi, Le Guetteur.

Grandissimi mezzi tecnici e finanziari, Parigi come location e cast d’eccezione, da Daniel Auteuil a Mathieu Kassowitz (ci sarebbero anche Luca Argentero e Violante Placido, ma meglio far finta che non ci siano).

E’ il momento, Michele finalmente assurgerà a gloria mondiale grazie ai Francesi !

Clint già lo aspetta ad Hollywood, ma, quando meno te lo aspetti, I Francesi … gli fanno un bello scherzino.

Proprio un bello scherzino.

Affidano la sceneggiatura a 2 esordienti, meglio ignorarne i nomi, due fighettini sciovinisti con la puzza sotto il naso, che parlano a labbra serrate, si odiano e si fanno i dispettucci, e non sanno come articolare, non dico una sceneggiatura, ma nemmeno una singola infima battuta di dialogo.

Il povero Michele, vista la mala parata, attacca il ciuccio dove vuole il padrone, e non potendo prenderli a pistolettate o a sputazze, lavora sugli storyboard  (UN REGISTA ITALIANO CHE LAVORA SUGLI STORYBOARD) e confeziona sequenze strepitose in successione: inseguimenti, movimenti di macchina,  Parigi che sembra  vista da Michael Mann,  incursioni nell’horror.

Il risultato è un ottimo film d’azione con venature politiche, da vedere con il tasto MUTE  ben pigiato.

Il box office, estremo giudice delle creature in celluloide (digitale)  è però inesorabile: 4 milioni di dollari incassati in giro per l’Europa, appena 150mila euro incassati in Italia.

E allora…

E’ VERO CHE IN ITALIA SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO, PERCHÉ SÌ, NEGLI ANNI 70 C’ERA LA DC, LE FIAT MILLECCENTO, NON C’ERA INTERNET E SI FUMAVANO LE MURATTI, MA ALMENO SI ANDAVA AL CINEMA A VEDERE I FILM POLIZIESCHI E SI ERA ORGOGLIOSI CHE QUALCUNO DI NOI, DICO NOI COME ITALIANI, LI SAPESSE FARE COSI’ BENE.

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