Dall’India arriva la mosca killer !


Alcuni di voi conoscono Bollywood, i più fighi conoscono Kollywood, nessuno, sono disposto a scommetterci, conosce Tollywood. Ammettetelo, signori miei: l’ultimo pregiudizio, il più duro a morire, è l’avversione al cinema indiano, ovviamente desaparecido in Italia, ma più in generale misconosciuto nei grandi festival dell’Europa tutta (quasi tutta, Neuchatel e Madrid sono eccezioni meritevoli che confermano la regola). Male, malissimo, fortunatamente c’è il Canada a rendere giustizia, con i suoi festival di genere che fanno tendenza vera, il Fantasia Film Festival di Montreal, l’After Dark Film Festival di Toronto.

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Qui nel 2013 ha trionfato un film made in Tollywood, Eega, in italiano La Mosca. Un successo totale, 9 premi 9, miglior commedia/film d’azione/scena di combattimento/eroe/villain/film da guardare in compagnia/effetti speciali/editing/film originale. L’eterogeneità dei premi è chiaro indice della grandezza del film.

Prima di procedere sciogliamo l’enigma: Il cinema dell’India meridionale, della città di Hyderabad, in lingua telugu, è conosciuto anche come Tollywood. Ora procediamo.

Eega

S.S. Rajamouli, J.V.V. Sathyanarayana

2013

Eega, produzione ad alto budget, è un film della durata di 145 minuti, quasi un cortometraggio per gli standard locali, con un incasso di circa 30 milioni di dollari worldwide. E’ l’esilarante storia di un innamorato, ucciso da un miliardario criminale per brama della sua virginale amata, reincarnatosi in una supermosca capace di reminiscenza a caccia di ronzante vendetta. Siamo nel territorio della commedia, quindi si comincia con musiche, balletti e canzoni dalla vocalità nasale, tutto molto molto indiano, poi esplode il genio.

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Con un uso della CGI di altissimo livello, l’entrata in scena della mosca apre la strada ad uno dei revenge movie più originali e sanguinari degli ultimi anni. Complice la sua amata, che lo dota di un minuscolo corredo di armi e protezioni, l’insettino diventa implacabile, resistente a racchette elettriche e a nubi di insetticida che manco il napalm. Agguato dopo agguato, tormenta il suo carnefice 24h con il ronzio, gli graffia occhi e pelle con le zampette, gli rende la vita impossibile e lo porta quasi al suicidio. L’uomo che diventa mosca evoca il classico L’Esperimento del dott.K, il microantropomorfo echeggia Radiazioni BX: distruzione uomo nella casetta di bambola approntata dall’amorevole fanciulla per il dittero domestico, ma per tipo di ironia e rigore nel canone horror Il riferimento più prossimo è il romeriano Creepshow, o la serie sancta sanctorum Ai Confini della Realtà, specie quando la mosca, dopo aver provocato un incidente stradale che quasi uccide l’infame, verga sul parabrezza infranto la scritta: “I will kill you”.

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Il romanticismo canonico lascia il posto ad una pervicacia giustiziera che impressiona, ancor più perché il POV del mondo visto con gli occhi dell’insetto è assolutamente verosimile. L’epilogo, cruentissimo ed esilarante come pochi, è un trionfo di visionarietà: la mosca in fiamme, trafitta da uno spillo e sadicamente privata di una aluccia, si immolerà per far scattare l’ultima trappola: una biglia d’acciaio sparata da un cannoncino bomboniera, riempito di polvere da sparo.

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Fine ? Nemmeno per idea, altre reincarnazioni reminiscenti seguiranno, altre battaglie attenderanno la creaturina, e nei titoli di coda si celebrerà il suo trionfo, in un grande, indimenticabile balletto di supermosche.

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Meglio vivere un giorno da mosca, che cento giorni da pecora.

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