#1992laserie. Accorsi e ricorsi storici


Nevermind era uscito da qualche mese: avevo in testa, praticamente sempre, il riff di Smells Like Teen Spirit e quell’attacco di batteria così semplice e potente. E come se non bastasse, i R.E.M. pubblicarono il loro capolavoro inarrivabile: Automatic For The People. Quel titolo orribile raccoglieva una serie di canzoni perfette, tra le quali Everybody Hurts: al primo ascolto era già un classico. E ancora: con qualche mese di ritardo scoprimmo un altro capolavoro, realizzato dagli olandesi Urban Dance Squad, più o meno contemporaneo di Nevermind. Il disco era Life ‘n Perspectives Of A Genuine Crossover, e frullava insieme hip hop, rock, funk, ritmi caraibici e spezie indiane, riuscendo a servire canzoni di qualità altissima. Al contrario del disco dei Nirvana, non se lo filò nessuno: erano troppo avanti, e la loro casa discografica troppo ottusa. Una canzone in particolare mi colpì immediatamente, e ancora oggi, 23 anni dopo, la ascolto sempre con piacere. E a volume alto. Questa. Fu un anno strepitoso, per le mie orecchie. White Zombie, Body Count, Black Crowes, Spiritualized, Kyuss, Sonic Youth, Tom Waits, Jayhawks, Alice In Chains, Soul Asylum, Rage Against The Machine echissaquantialtrichenonricordo. E in Italia? Quell’anno tra i dischi più venduti c’erano Luca Carboni, gli 883 e Zucchero. A memoria, le uniche gocce di sole furono Terra di Nessuno degli Assalti Frontali e Tutti vs. Tutti dei Ritmo Tribale. Ma quell’anno imperversava una nuova rockstar, che però non riempiva gli stadi. No, lui riempiva i tribunali. E le carceri. Uno che etichettavamo come sbirro, un po’ populista e un po’ fascista. Che però, anche se non lo ammettevamo in pubblico, ci eccitava da morire. Antonio Di Pietro.

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L’idea di raccontare l’anno di Tangentopoli in una serie tv è vincente già in partenza: era la questione morale, allora. La caccia ai ladri. Nessuno difendeva gli arrestati e gli inquisiti, ogni avviso di garanzia era seguito da una ola nazionale. Aspettavamo i titoli di giornali e tv con la bava alla bocca, genuinamente giustizialisti e forcaioli. Manette e dimissioni, che gioia. Il pool di Mani Pulite era per noi una squadra di supereroi, e le riprese televisive che li mostravano nei corridoi del tribunale di Milano erano pura action. Siamo sempre stati un popolo di ladri, evasori fiscali e corruttibili, ma ci piaceva assai. Rievocare quegli anni significa rievocare quegli istinti, quella eccitazione. Eccitazione sessuale, proprio. Era un successo prima di iniziare, l’avremmo vista tutta la serie, anche se fosse stata orribile. Bravo Stefano Accorsi, bravissimo.

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Non è per niente orribile, anzi. Ed è questa la sorpresa. E’ forte di una sceneggiatura-ragnatela, che ha mostrato subito tutte le strade che prenderà la narrazione nelle prossime puntate, mescolando storia e invenzione (una tecnica analoga non solo ai grandi americani come Ellroy, anche i nostrani Wu Ming la usano) in maniera perfetta, scrollandosi subito di dosso il provincialismo e la mediocrità tipiche dei prodotti tv pre-Gomorra, pronta ad appassionare anche all’estero, dove il pubblico la seguirà come si segue un buon thriller poliziesco. Scritta, insomma, con mestiere e mano ferma, e anche qualche tocco di classe: il corpo di un poliziotto malato di Aids a rappresentare il corpo malato della nazione, i tacchi di Berlusconi in un cesso. Uno dei momenti cult è però quello che riprende Dell’Utri impietrito davanti alle immagini tv con l’omicidio di Salvo Lima, mentre si sente la sigla di Casa Vianello. E poi ci sono, finalmente, i nomi e i cognomi. Nudi e senza veli ipocriti, come il corpo esposto di Miriam Leone, che è anche brava.

mleone

Non è certo una serie dalla quale aspettarsi una regia dello stesso livello di Homeland, o interpretazioni come quelle della prima stagione di House Of Cards. Quello che ci aspettiamo da 1992 è semplicemente che continui sulla strada intrapresa, con la stessa ambizione, senza schiarire le tinte nerissime che avvolgono l’intreccio, e senza rallentare davanti alla morte e alle tragedie di uomini ridicoli che dovrà affrontare nelle prossime puntate.

 

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